lecter's dinner

la porta del palazzo della memoria del dottor hannibal lecter è immersa nel buio al centro della sua mente e ha una serratura che può essere trovata solo al tatto. questo strano portale si apre su spazi immensi e ben illuminati, un pò barocchi, con corridoi e stanze che rivaleggiano per numero e varietà con quelle del museo topkapi.
ci sono esposizioni ovunque, ben allestite e con le luci appropriate, ognuna collegata a ricordi che portano ad altri ricordi in una progressione geometrica.
vi sono scene statiche, frammentarie, come ceramiche attiche tenute assieme dallo stucco. altre stanze racchiudono suoni e gesti, enormi serpenti che lottano e ondeggiano nell'oscurità, e si illuminano in lampi improvvisi. suppliche e urla echeggiano in anfratti al pianterreno, dove lo stesso hannibal non può andare. ma nei corridoi non si odono grida, anzi, può esserci della musica.
il palazzo è una costruzione che ha avuto inizio presto, quando hannibal era uno studente. nei suoi anni d'isolamento lo ha reso più grande e più bello, e quei tesori lo hanno sostenuto per lunghi periodi, quando i guardiani gli negavano persino i suoi libri.
   
   
   
   
 

back in the rain

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